Alleanza terapeutica: l’elemento chiave

Alleanza terapeutica: l’elemento chiave

Al giorno d’oggi l’essere solo competenti nel proprio lavoro non è più sufficiente, la concorrenza è spietata e per quanto riguarda il piano delle strategie economiche bisogna stare al passo con i nuovi modelli di riferimento.Nel caso dell’odontoiatra è importante continuare a coltivare un’alleanza terapeutica,in grado di donare soddisfazione ad ambedue le parti . Sarebbe ideale utilizzare il modello “bio-psico-sociale” nel quale oltre a curare la problematica, ci si prende cura anche della persona stessa. La versatilità delle relazioni medico-paziente sono state esaminate dagli studiosi Roter e Hall e riportate su schema nel sito ildentistamoderno.com

Una delle relazioni ormai meno comuni che si instaura fra dentista e paziente è indicata con il termine “paternalismo”, in cui è il dentista a prendere qualunque tipo di decisione anche se poco gradita al paziente, che accetta le condizioni imposte senza esprimere preferenze. Tale è un modello antiquato e difficilmente applicabile oggi grazie alla continua e crescente informazione da parte del paziente attraverso manuali,ebook,internet ecc..

L’odontoiatra quindi non può evitare di informare il paziente sulle cure da effettuare o non avere il suo consenso riguardante la terapia.

Opposto al paternalismo abbiamo la relazione di tipo “consumistico”, dove è presente un alto controllo da parte del paziente ma un basso controllo da parte del medico curante. A differenza del primo caso,questo tipo di interazione è molto frequente in odontoiatria,può capitare che il paziente si presenti con preventivi accordati in altri studi dentistici, e che in questo modo il dentista ormai messo alle strette,debba confrontarsi con essi ad offrire delle “attrattive” per il paziente, garantendo la sicurezza del trattamento e l’immediato raggiungimento dell’obiettivo.

Arriviamo adesso alla terza tipologia: la “noncuranza”. Sia il dentista che il paziente si limitano ad un basso se non inesistente controllo. Il cliente si lascia curare senza interessarsi delle procedure, mentre il dentista compie il suo lavoro con la consapevolezza di non essersi guadagnato la fiducia del suo paziente, spesso arrivando persino a raccomandargli altri studi odontoiatrici per trattare il suo caso

L’ultima tipologia di interazione è anche quella più auspicabile: la “reciprocità”.

Il controllo è alto sia da parte del paziente che da parte del dentista. E’ considerata la miglior tipologia di rapporto, nel quale entrambi interagiscono con empatia e armonia. Le cure da effettuare vengono discusse apertamente, proponendo e discutendo delle alternative, al fine di raggiungere un compromesso consensuale.

 

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