Daniela Tiburzi

Comunicazione Sorridente
Comunicazione Medico-Paziente

Il professionista ideale comunica con te!

Se il tuo dentista utilizza un linguaggio molto tecnico e scientifico probabilmente avrai avuto almeno una volta dubbi riguardo ciò che ti ha detto. E ti è mai capitato di bloccarti dal chiedere spiegazioni per non passare per sciocco/a?

Sappi che non sei l’unico/a, anzi è del tutto normale! Ma quando si parla di salute è meglio passare per schiocchi che non capire affatto. La comunicazione medico-paziente infatti è fondamentale perché il dentista ha il compito di rassicurarti, metterti a proprio agio e renderti consapevole delle decisioni da prendere per la salute della tua bocca.

Vediamo quindi gli elementi attraverso cui riconoscere il professionista ideale per te: domande, ascolto e feedback.

 

LE DOMANDE

Puoi riconoscere il professionista più adatto a te se tra di voi si instaura un dialogo costruttivo, capace di fugare ogni tuo dubbio e di metterti in uno stato di serenità. Un tale dialogo si può costruire se si utilizzano due importanti strumenti: le domande e l’ascolto attivo.

Le domande sono uno strumento prezioso anche per i dottori perché aiutano ad intuire e comprendere le idee e gli stati d’animo delle persone con cui parlano, a coinvolgerle maggiormente nella conversazione e a creare un clima di fiducia.

Tuttavia non tutte le domande costruiscono un buon rapporto medico-paziente.

Le domande chiuse, a risposta secca (“sì” o “no”), infatti tendono a bloccare la comunicazione perché riducono le possibilità di opinione ed espressione di chi le riceve e creano la spiacevole sensazione di essere analizzati e indagati. Perciò, se il tuo odontoiatra non ti lascia parlare o pretende risposte secche si sta perdendo una serie di importanti informazioni sul tuo stato di salute e su ciò che pensi.

Le domande aperte, invece, semplificano la comunicazione perché lasciano le persone libere di rispondere con il loro pensiero, incoraggiano l’esposizione di pareri e considerazioni, e favoriscono l’aumento di fiducia verso il proprio medico. Se ad esempio il tuo medico ti chiedesse: “Potrebbe descrivermi quali sono state le sue difficoltà con la protesi?” saresti spinto a dare la tua risposta, sentendoti più sereno.

L’odontoiatra ti potrà così dimostrare che vuole davvero comprendere le tue necessità e mettere il tuo bisogno in primo piano.

 

L’ASCOLTO

Può capitare, d’altronde, di incontrare dei professionisti che non lasciano molto spazio al dialogo con i propri pazienti. Secondo alcuni studi e sperimentazioni, infatti, il tempo che i medici dedicano all’ascolto delle descrizioni dei sintomi da parte dei pazienti non supera i 22 secondi.

Se però il dialogo manca, è molto probabile che tu non ti senta a tuo agio e che quindi preferirai non andare allo studio medico una prossima volta che ne avrai bisogno, scegliendo piuttosto di automedicarti. Questo è assolutamente da evitare!

Per salvaguardare la salute del tuo sorriso e farlo tornare a splendere hai bisogno di recarti tranquillamente dal medico per un controllo periodico.

Saprai di aver trovato il tuo dentista ideale quando, parlando con lui, avrai avuto modo di raccontargli tutti i tuoi sintomi e avrai la sensazione di essere stato ascoltato.

Come puoi essere certo che il tuo medico avrà ascoltato davvero i tuoi bisogni? Fidati delle tue sensazioni. Se proverai un senso di comprensione e di non essere giudicato per la tua situazione, allora ci saranno ottime possibilità di costruire un rapporto di fiducia tra voi.

Inoltre potrebbe farti domande per assicurarsi di aver compreso cosa vuoi dirgli o anche riformularti ciò che ha ascoltato per ricevere una tua conferma.

 

IL FEEDBACK

C’è un altro ingrediente che rende la comunicazione tra te e il tuo medico ideale: il feedback. Grazie al feedback il dentista può rendersi conto se ha compreso le tue necessità e se sei soddisfatto di esserti affidato a lui.

Se il dottore non presta le dovute attenzioni alle tue necessità potresti non sentirti compreso né al sicuro nel suo studio, e questo può complicare la buona riuscita delle cure odontoiatriche, persino scoraggiarti dal presentarti alla prossima visita.

Il medico ideale, invece, vorrà avere la tua opinione riguardo ai servizi che ti ha offerto e sapere se sono in linea con le tue aspettative. In questo modo avrà indicazioni per offrirti un servizio migliore.

Il feedback è uno strumento efficace per il dentista anche quando è negativo. Si può imparare molto da un parere negativo del paziente, il medico ideale lo sa e incoraggia un confronto costruttivo.

Potresti, ad esempio, voler comunicare al tuo medico che l’odore in sala d’attesa è piuttosto sgradevole, o che hai atteso più tempo del dovuto prima che arrivasse il tuo momento e ti stavi per innervosire.

Se uno studio odontoiatrico chiede la tua opinione riguardo a qualcosa, e dopo qualche tempo noti dei cambiamenti, puoi considerare che hai davvero trovato il dentista giusto perché ha ottime capacità di ascolto e molta attenzione per ciò che la clientela ha da suggerire.

Bene,
ora hai tutti gli strumenti per riconoscere un professionista preparato e accorto che saprà mettere i tuoi bisogni e le tue esigenze al primo posto permettendoti di ritrovare il sorriso perduto!

Non hai trovato il dentista giusto per te? Prenota una consulenza dentale gratuita con me!

 

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Denti provvisori in resina

PROVVISORIO: A COSA SERVE?

Se ti è stato devitalizzato un dente, hai uno o più denti distrutti o ti mancano dei denti, il tuo medico potrebbe dirti che hai bisogno di una protesi, passando qualche settimana con un provvisorio. Chiariamoci le idee!

Il provvisorio è un dispositivo protesico a tutti gli effetti, anche se rimane in bocca per un lasso di tempo relativamente breve. Viene realizzato soltanto ed esclusivamente per sostituire i denti mancanti e offrire al paziente una soluzione in attesa di una protesi definitiva.


A cosa serve?

È un manufatto in resina che ha lo scopo di:
– offrire al paziente una normale masticazione;
– proteggere e tenere al sicuro i monconi (denti in precedenza ricostruiti e poi limati) dal cibo e batteri;
– allargare il tessuto gengivale che altrimenti si andrebbe ad assottigliare e accorciare; – evitare che i denti rimasti si muovano e si disallineino prima che venga installato il ponte fisso;
– dare una guida per la protesi definitiva, una “prova generale” grazie alla quale si possono fare correzioni e miglioramenti;
– concedere una normalità pressoché totale al paziente.


Possiamo trovare due diversi tipi di provvisorio:

1) il provvisorio pre-limatura: la procedura per limare i denti si esegue in modalità di anestesia locale, quindi il paziente non avverte né dolore né altri fastidi. Prima di applicare il calco con il quale l’odontotecnico realizzerà i denti provvisori, il dentista si preoccuperà della disinfettazione e della sterilizzazione. In seguito si procederà con un’ulteriore disinfettazione per pulire i monconi e si installerà la protesi provvisoria con un cemento a tenuta media;

2) il secondo provvisorio: usato per un periodo di tempo dai sei mesi ad un anno, contiene al suo interno una struttura di rinforzo che può essere in fibra di vetro o una struttura metallica.

Quanto può durare?

Anche se non esiste un tempo stabilito uguale per tutti i pazienti (è il medico, infatti, a stabilire per quanto tempo portarlo) non può durare a lungo perché:
• è realizzato con una resina, pertanto non possiede i requisiti qualitativi, in termini di materiale e spessore, necessari per un’installazione resistente nel tempo;
• è una soluzione temporanea pensata per non lasciare il paziente senza denti, per renderlo capace di masticare e di parlare, mentre aspetta l’appuntamento per il definitivo.

Cosa è importante sapere?

Al paziente portatore di un provvisorio quello che viene richiesto è la massima pulizia nell’igiene domiciliare e di non masticare chewing gum perché sono la causa primaria del distaccamento del provvisorio stesso che si attacca alla resina.

Nell’arco della mia carriera lavorativa ho incontrato tanti casi di dottori che non si curavano di mettere il provvisorio al paziente, quando invece è fondamentale. Informarsi sul lavoro che si dovrà fare, il perché e le modalità con le quali verrà realizzato è quindi di vitale importanza!

 

La tua protesi o il tuo provvisorio ti danno fastidio? Prenota una consulenza, ti aiuterò a comprendere cosa puoi fare per trovare un rimedio e tornare a sorridere liberamente!

 

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I DANNI DEL FUMO SUL CAVO ORALE

Il tabagismo è una malattia che fa parte, secondo la classificazione delle malattie pubblicata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, delle sindromi da dipendenza caratterizzate dalla difficoltà di controllare l’uso di sostanze dannose, nonostante se ne conoscano i pericoli.
Sapevi che, a livello mondiale, circa un terzo della popolazione adulta utilizza tabacco? L’abitudine al fumo, infatti, è più diffusa nelle fasce di età giovanili e adulte. In Italia, si stima che la quota di fumatori con età pari a 14 anni e più è pari al 22,3%!

Ma sei veramente a conoscenza di tutti i danni che il fumo può causare nella tua bocca?
I danni a livello del cavo orale spaziano da problematiche “innocue”, come la formazione di pigmentazioni sui denti, sino a quelle più serie come il cancro orale.
Vediamole insieme nello specifico!
1) Pigmentazioni dei denti: a causa delle sostanze chimiche contenute nel fumo di sigaretta, il fumatore può osservare l’ingiallimento e la formazione di pigmentazioni di colore marrone sui denti;
2) Lingua patinata/villosa: la superficie del dorso della lingua può assumere un colore variabile dal biancastro al nero, simile ad una folta pelliccia. La terapia è basata sul cambio di abitudini, sulla corretta alimentazione e un’igiene orale che comprenda anche lo spazzolamento della lingua;
3) Carie dentali: il fumo è un fattore di rischio anche per la formazione di carie, riconducibile alla maggior quantità di placca batterica;
4) Alitosi: l’alito del fumatore è caratterizzato da un odore inconfondibile e persistente. Spesso, per mascherare l’odore di fumo dell’alito, il soggetto ricorre all’assunzione di gomme da masticare e caramelle contenenti zucchero che contribuiscono alla formazione di carie;
5) Stomatite da nicotina e tabagismo: sviluppo di macchie bianche nel palato molle e nella parte posteriore del palato duro con puntini rossi;
6) Candidosi orale: alterazione della normale flora microbica orale;
7) Leucoplachia: macchia bianca precancerosa che appare nel cavo orale;
8) Malattia parodontale: le gengive ricevono meno sangue e ossigeno, si abbassano le difese, la placca batterica diventa più aggressiva e distrugge i tessuti che sostengono i denti;
9) Aumento della possibilità di fallimento degli impianti dentali: l’aumento del numero di fallimenti implantari nei fumatori sembra essere attribuibile alla diretta esposizione dei tessuti al fumo di sigaretta;
10) Cancro orale: il fumo emesso contiene circa 4000 diverse sostanze tossiche e cancerogene e l’abitudine al fumo aumenta perciò il rischio di cancro orale. Per prevenirlo è bene smettere di fumare, effettuare visite di controllo regolari e mantenere un’igiene orale completa.

A chi puoi rivolgerti e cosa fare se hai intenzione di smettere di fumare?
La cessazione del fumo deve essere considerata come un processo di cambiamento che inizia con il desiderio di smettere e si conclude con l’astensione mantenuta per un lungo periodo di tempo.

I soggetti che utilizzano tabacco soffrono di dipendenza da nicotina, sia fisica sia psicologica. La nicotina determina infatti uno stato emotivo piacevole. Tuttavia nel tempo si crea una sorta di adattamento e, di conseguenza, il fumatore tende ad aumentarne la dose consumando più sigarette. Nel momento in cui il cervello non riceve la dose di nicotina abituale, si sviluppano sintomi di astinenza quali insonnia, irritabilità, nervosismo, aumento dell’appetito, stanchezza e difficoltà di concentrazione, ansietà ed angoscia, sbalzi di umore, voglia irrefrenabile di fumare. L’odontoiatra e l’igienista dentale possono e devono intervenire positivamente avvisando i propri pazienti sui pericoli per la salute dati dall’abitudine al fumo, rivolgendosi anche a colori che non ne sono affetti.

Se sei intenzionato a smettere di fumare, non esitare a parlarne con il tuo dentista di fiducia che ti saprà supportare nel percorso, chiedendoti per esempio di compilare un diario su cui registrare le tue abitudini riguardo al fumo che serve come base per la ri-assegnazione di nuove abitudini sostitutive.

Pensi di avere una delle patologie sopraelencate, vuoi smettere di fumare e non sai come fare, hai dei dubbi e vuoi saperne di più? Rivolgiti al tuo dentista o contattami per ricevere una consulenza gratuita e ritornare a sorridere serenamente!

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ALITOSI

DA OGGI BASTA ALITO PESANTE!

Che cos’è l’alitosi?

Tutti noi sappiamo dare all’alitosi una definizione sommaria, poiché chiunque ha provato almeno una volta il disagio derivato dall’alito pesante.

Non si tratta solo di una situazione che suscita forte imbarazzo, ma è in realtà una condizione complessa causata soprattutto dallo squilibrio della flora batterica orale a favore di batteri anaerobi (vale a dire in grado di sopravvivere in mancanza di aria), i quali producono composti solforosi volatili e maleodoranti.

Da quali fattori dipende l’alitosi?

Sono diverse le circostanze che possono portare ad alitosi, a partire dalla presenza di carie, gengivite o parodontite, fino ad arrivare alle metodiche di igiene orale e l’assunzione di farmaci.

Anche il flusso salivare influisce su questa condizione. Un esempio lampante, infatti, è quello dell’alito mattutino poco gradevole per chiunque, nonostante la meticolosità dell’igiene domiciliare.

La saliva è il nostro alleato numero uno nel contrastare tutte le problematiche orali, compresa l’alitosi, in quanto al suo interno sono presenti molecole in grado di allontanare ed eliminare una gran quantità di batteri. Durante la notte, tuttavia, il nostro flusso salivare è vertiginosamente inferiore rispetto al giorno, in cui la sua stimolazione è invece continua (parlare, masticare, bere e deglutire). Pertanto la notte è il momento ideale in cui i batteri possono prendere il sopravvento e causare una condizione di squilibrio orale.

Quali sono i rimedi per eliminarla?

Per contrastare questo fenomeno la soluzione migliore è di certo quella di avere un’igiene domiciliare precisa e puntuale, senza dimenticare di detergere il dorso della lingua, su cui si annida gran parte della placca batterica.

Chiedi alla tua igienista quali presidi fanno al tuo caso, ogni episodio di alitosi è diverso e la relativa terapia deve essere concordata con il tuo professionista di fiducia!

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ESTATE

L’estate è una stagione magica: si allenta la presa sul lavoro, ci si abbronza in spiaggia, ci si concedono passeggiate in riva al mare, serate fuori e vacanze con gli amici o in famiglia. Ma
molti non sanno che l’estate è anche il periodo in cui la salute dei nostri denti è più a rischio.

Perché prestare più attenzione all’igiene orale?

Di sicuro il caldo gioca un ruolo fondamentale. Favorisce, infatti, la proliferazione batterica che causa infiammazioni, mal di denti e dolore alle gengive, con possibili conseguenze quali alitosi, gengiviti, carie e ipersensibilità dentinale. Un altro fattore di pericolo, oltre alla temperatura elevata, possono essere le cattive abitudini alimentari, alle quali ci si lascia andare più facilmente nel periodo estivo: cibi e bevande zuccherate come gelati, succhi di frutta, aperitivi e cene fuori casa. Proprio per questo, essendo spesso e volentieri in giro, si tende a trascurare molto di più l’igiene orale, determinando così la formazione di batteri, tartaro e placca.
(Scopri come sostituire le cattive abitudini cliccando qui!)

Quali sono gli step da seguire per prendersi cura al meglio della propria salute orale anche in estate?

1) Prenotare una visita di controllo dal dentista per analizzare le condizioni orali;
2) Sottoporsi ad una seduta di igiene professionale, in modo da mantenere un’ottima pulizia in bocca;
3) Rimanere idratati, evitando la diminuzione di salivazione che agevolerebbe la presenza di zuccheri e sostanze acide;
4) Mettere in borsa, nello zaino o in valigia un contenitore con gli strumenti necessari alla pulizia orale, come un buon spazzolino da viaggio, colluttorio e filo interdentale;
5) Evitare il consumo di zuccheri, preferendo frutta e verdura o alimenti ipocalorici, e cibi/bevande fredde nel caso si soffra di ipersensibilità dentinale.

Un breve excursus sulle proprietà e sui benefici dei frutti estivi!

La frutta è un ottimo alleato estivo anche per le sue proprietà idratanti e diuretiche.

– Pesche: ipocaloriche, ricche di acqua, fibre e vitamina C;
– Albicocche: contengono magnesio, calcio, potassio e sono ideale per predisporre la pelle alla luce solare;
– Melone: ricco di antiossidanti, sali minerali e vitamina C. Stimola la produzione di melanina e protegge l’epidermide dai danni provocati dai raggi UV;
– Ciliegie: diuretiche, lassative e depurative, prevengono l’invecchiamento. Contengono ferro, magnesio, fosforo, potassio, la vitamina A e la vitamina C;
– Anguria: grazie all’alto contenuto di potassio contrasta la ritenzione idrica ed ha forti proprietà idratanti, essendo fatta per il 90% di acqua;
– Fichi: continente fibre, sali minerali come ferro, calcio, potassio e magnesio. Impedisce l’attacco di agenti patogeni, incoraggiando l’attività del sistema immunitario.

Ora che hai i consigli giusti per un sorriso perfetto a prova di selfie, goditi la vacanza!

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I DENTIFRICI: QUANTO NE SAPPIAMO?

Vuoi scoprire qualche informazione in più sui dentifrici? Non riesci a trovare quello adatto a te? Questa è la guida adatta a te!

In letteratura si hanno testimonianze di dentifrici risalenti al 4000a.c, formule e rimedi successivi risalgono al tempo di Ippocrate. In epoca romana i dentifrici venivano formulati con ossa, gusci di uova e conchiglie bruciati o finemente triturati e, infine, amalgamati nel miele con un pizzico di mirra.

Al giorno d’oggi, invece, ci troviamo dinanzi a talmente tante tipologie di dentifricio che diventa quasi impossibile trovare quello adatto alle esigenze di ognuno di noi.

In questa breve guida vedremo insieme le più importanti famiglie di dentifrici, raggruppate a seconda della loro specifica funzione.

Prima di tutto, però, è necessario sapere cos’è l’RDA o “coefficiente di abrasività dentinale”, importante per la scelta attenta e consapevole di un qualsiasi dentifricio. Questo valore indica la capacità del prodotto di abradere il tessuto dentale e proprio per questo, affinché il tessuto dentario rimanga illeso, è importante preferire un dentifricio con un basso valore di RDA.

I dentifrici si possono racchiudere in sei grandi famiglie:

Remineralizzanti: in grado di ripristinare la salute dei tessuti indeboliti dai continui attacchi acidi che i denti subiscono nel corso della giornata. Contengono solitamente fluoruro di sodio, fluoruro amminico e cloruro di sodio;

Desensibilizzanti: per “desensibilizzante” si intende la capacità che un prodotto dimostra nel diminuire o abolire il sintomo algico, derivato da uno stimolo fisico o chimico (caldo, freddo, acido, ecc.). Questi dentifrici contengono solitamente nitrato di potassio, fluoruri amminici, cloruro di potassio e cloruro di stronzio;

Antitartaro: manifestano la capacità di rallentare o diminuire drasticamente la formazione di tartaro, senza eliminare quello già esistente, mediante l’inibizione competitiva dello ione fosfato e della precipitazione del calcio (componenti del tartaro);

Antinfiammatori: contengono additivi antimicrobici per supportare il trattamento domiciliare di pazienti con gengiviti o parodontiti. Contengono clorexidina, triclosan, fluoruro amminico e oli essenziali per coprire i sapori sgradevoli e donare freschezza;

Sbiancanti: grazie al loro elevato RDA riescono a rimuovere i pigmenti causati da cibo, fumo o caffè. Tuttavia non hanno un vero e proprio effetto sbiancante. Il loro utilizzo deve essere limitato ad una volta alla settimana per evitare di provocare abrasioni ai tessuti dentari;

Antialitosi: il 25% della popolazione soffre di alitosi: i batteri del cavo orale si nutrono di materiale organico producendo composti volatili dello zolfo, maleodoranti. Il 60% di questi batteri si trova sulla lingua. Il controllo dell’alitosi nei dentifrici è dato dall’associazione di fluoruro amminico e stannoso che inibiscono i batteri ed oli essenziali per migliorare marginalmente l’odore;

Omeopatici e naturali: contengono principi attivi di derivazione vegetale, oli essenziali come la maleuca, menta piperita e mentolo (antisettico naturale), clorofilla, aloe vera e propoli.

Questi dentifrici hanno un RDA basso, possono essere privi di fluoro e sfruttano i benefici naturali dati dalle piante e dagli oli.

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IPERSENSIBILITÀ DENTINALE

L’ipersensibilità dentinale è caratterizzata da un dolore breve ed acuto, di tipo localizzato o generalizzato, che si verifica sugli elementi dentari quando lo stimolo dolorifico raggiunge la dentina esposta.

Lo stimolo in questione può essere di tipo tattile, termico o chimico. I fattori predisponenti l’ipersensibilità sono spesso legati a situazioni orali più o meno compromesse, come ad esempio abrasione o erosione degli elementi dentari, presenza di carie o di colletti scoperti, traumi causati da abitudini viziate e spesso correlati a terapie di sbiancamento domiciliare e/o professionale.

Questa sensazione di fastidio, che può essere più o meno invalidante a seconda dell’individuo e della situazione clinica, può essere accuratamente arginata mediante un colloquio con il proprio odontoiatra o igienista, i quali saranno in grado di consigliare una terapia desensibilizzante personalizzata.

Il trattamento per curare l’ipersensibilità, oltre a rimuovere i fattori e le cause del dolore, ha lo scopo di motivare il paziente nel:

• utilizzare quotidianamente dentifrici desensibilizzanti ed evitare quelli abrasivi;
• spazzolare con la corretta tecnica i denti;
• uso di prodotti che agevolino la remineralizzazione, grazie al contenuto di fluoro;
• consumare con prudenza cibi o sostanze acide, erosive per lo smalto.

Quanto l’ipersensibilità dentinale condiziona il tuo modo di vivere? Di seguito è riportato un questionario della gsk per la verifica del proprio grado di ipersensibilità. Dopo aver svolto l’autovalutazione e calcolato il punteggio, rivolgiti ai giusti professionisti e torna a sorridere liberamente!

Lo Sbiancamento

Lo sbiancamento è una metodica odontoiatrica ampiamente richiesta e la figura che più potrà darvi delucidazioni in merito è quella dell’igienista dentale, che vi guiderà nella realizzazione del sorriso bianco e splendente che tanto ambivate.

Ma quanto ne sapete dello sbiancamento?

Il dente bianco non è solo sintomo di benessere ed estetica, in primis è sinonimo di SALUTE orale, è buona norma difatti prenotare una visita dal vostro dentista o dalla vostra igienista per individuare eventuali problematiche odontoiatriche come ad esempio carie non curate, restauri protesici incongrui oppure vecchie otturazioni ormai infiltrate. Una volta ripristinata la salute orale è indispensabile sottoporsi ad una seduta di igiene orale professionale presso la vostra igienista, che si prodigherà a rimuovere con cura placca, tartaro ed eventuali pigmenti poiché  è indispensabile applicare il liquido sbiancante su un dente privo di qualunque tipo di concrezione e/o irregolarità.

Una volta stabilita una condizione orale ottimale sotto tutti i punti di vista, si può procedere con due diverse tecniche di sbiancamento:

1-Sbiancamento in studio: solitamente viene fatto subito dopo la seduta di igiene orale professionale. L’igienista applica inizialmente una diga liquida, ovvero un gel che mediante siringa viene applicato per proteggere le mucose (gengive e papille interdentali) dal liquido sbiancante che a contatto con i tessuti molli potrebbe creare ulcere o zone ischemiche.

 Sotto l’azione di una lampada fotopolimerizzante, la diga assume una consistenza duro-elastica, successivamente si procede all’applicazione del liquido sbiancante su tutte le superfici dentali. Per concludere il paziente indossa degli occhiali per proteggersi dal fascio di luce led che verrà emanato da un boccale posizionato in prossimità del cavo orale, il quale fungerà da “attivatore” del liquido sbiancante. Il paziente attenderà in poltrona il tempo definito dalla casa produttrice del liquido.

E’ importante sapere che l’azione del liquido sbiancante potrebbe rendere i denti più o meno sensibili a seconda di diversi fattori, a partire dalla qualità e quantità dello smalto presente e dalla presenza o meno di colletti scoperti, dove solitamente il paziente riferisce particolare fastidio, in quanto la radice del dente si trova sprovvista dalla barriera fisica offerta dalla gengiva. Se riferite sensibilità avvisaste la vostra igienista che provvederà al suo trattamento.

2-Sbiancamento domiciliare: l’igienista o l’odontoiatria provvederanno a prendere un’impronta del vostro cavo orale e vi forniranno delle mascherine e il liquido, composto da perossido di idrogeno e di carbammide, le cui concentrazioni non superano quasi mai il 6% nell’uso domiciliare. La vostra igienista a seconda del liquido che vi verrà fornito vi darà indicazioni sulla quantità di liquido da applicare ogni notte e il numero di notti per poter ottenere l’effetto desiderato.

In aggiunta può essere affiancata una terapia desensibilizzante e remineralizzante da condurre simultaneamente al trattamento sbiancante.

Ora che avete queste informazioni che aspettate?

 Affidatevi alla vostro studio di fiducia per ricevere un trattamento personalizzato e adatto alle vostre esigenze!

Come sostituire le cattive abitudini

Le abitudini, se buone, sono tutt’altro che negative perché limitano il numero di informazioni da elaborare ogni giorno. Rimanere intrappolati, invece, nel circolo vizioso delle cattive abitudini è molto più semplice di quello che si può pensare. Una cosa che molti non sanno, infatti, è che il nostro cervello è abitudinario e tende a voler evitare i cambiamenti. Ecco perché, in alcuni casi, è così compli cato liberarsi delle proprie abitudini ed uscire da quella che è la nostra comfort zone. Ma come poterne uscire?

Per eliminare definitivamente le cattive abitudini è bene seguire determinati passaggi. È necessario, innanzitutto, fissare quali sono gli obi ettivi che si intendono perseguire e raggiungere, al fine di concretizzare la propria felicità.
Elemento indispensabile, in seguito, è la motivazione . Una riflessione su quali sono i motivi che spingono a voler cambiare degli aspetti specifici della propri a vita, infatti, aiuta a definire anche le motivazioni per il cambiamento. Le cattive abitudini, per poter essere eliminate, vanno sostituite con buone abitudini in grado di rinsaldare l’autostima e di offrire compiacimento e appagamento.
Anche pochi cambiamenti alla volta contribuiscono ad interrompere quei meccanismi automatici (tecnica dell’interruzione), inconsci e radicati nella quotidianità di ognuno di noi.
La cosa fondamentale da tenere sempre a mente è di non abbattersi nel caso in cui non si rie scano a raggiungere i propri obiettivi nel tempo stabilito, perché possono esserci alti e bassi e cali di motivazione.

Le buone abitudini dentali da mettere in atto sono poche, ma proficue:
• lavare i denti mezz’ora dopo ogni pasto, in modo da non danne ggiare lo smalto
dentale, nel caso venga consumato un alimento particolarmente acido;
• preferire frutta ai dolci, che tendono ad aumentare la probabilità di carie;
• camminare o correre all’aria aperta per beneficiare della vitamina D, toccasana per
le os sa.

“Come raggiungere un obiettivo? Senza fretta, ma senza sosta.”
– Johann Wolfgang Goethe

Spero che l’articolo ti sia piaciuto; se così fosse fammelo sapere con un commento
qui sotto o visitando i miei social media!

Le cattive abitudini dei bambini

Molto spesso i bambini, attraverso gesti ripetuti non consapevolemente, acquisiscono cattive abitudini che possono permanere anche per tutta la vita, provocando gravi problemi alla loro salute. Questi comportamenti sono influenzati dall’educazione ricevuta o dallo stesso stile di vita dei genitori.

Alcune delle cattive abitudini più diffuse e comuni sono:

  • Una dieta non sana a causa del consumo di cibo spazzatura e influenzata dalla tendenza da parte di alcuni genitori di premiare i propri figli con il cibo. Secondo alcuni studi, infatti, questo meccanismo è una delle principali cause della fame nervosa nei bambini e anche dell’obesità infantile. Oltre al problema dei fast food, i bambini troppo spesso storciono il naso quando si parla di frutta e verdura, fonti indispensabili di vitamine e fibre. Mangiare davanti alla televisione o al computer, inoltre, è un gravissimo errore perché il cervello, concentrato su quello che si sta guardando, è inconsapevole del pasto che si è appena consumato e, conseguentemente, la sensazione che rimane è quella di non sazietà ed insoddisfazione;
  • Dormire meno di 11-13 ore potrebbe rendere il bambino stanco, deconcentrato, irritabile e comportare anche squilibri ormonali;
  • Un’igiene inadeguata potrebbe diventare una brutta abitudine. Alcuni esempi sono il non lavare le mani o non pulire i denti dopo ogni pasto.

Le cattive abitudini in ambito dentale possono causare le cosidette malocclusioni, ovvero deformazioni del palato e della mandibola:

  • Prolungare l’uso della tettarella oltre i due anni (altro errore è quello di immergere il ciuccio nello zucchero e nel miele favorendo l’insorgere di carie);
  • Il vizio del succhiamento del pollice non interrotto entro i primi due anni dalla nascita che può deformare le arcate dentarie e mascellari in crescita;
  • L’interposizione del labbro inferiore tra le arcate è di tipo psicofisico ed è difficile da intercettare;
  • La respirazione che si effettua per via orale, anziché nasale, può facilitare lo sviluppo di anomalie dento-scheletriche a causa del posizionamento basso della lingua.

Le malocclusioni più usuali sono il tipico morso aperto anteriore, senza contatto dei denti tra le due arcate, e il mascellare superiore troppo avanzato rispetto alla mandibola (II classe dentoscheletrica).

Il nostro consiglio per i genitori è di non dare credito alle credenze comuni, spesso false, o ai suggerimenti trovati su Internet per sradicare le cattive abitudini che il bambino può acquisire. È sempre bene rivolgersi ad un professionista che sappia definire e risolvere il problema. Sarebbe opportuno da parte dei genitori, inoltre, migliorare l’approccio di lunguaggio con il bambino per accompagnarlo nello studio medico senza spaventarlo, ma cercando di trasformare la visita medica in una sorta di gioco e di “tagliare il cordone ombelicale”, incoraggiandolo ad entrare da solo.

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